“Il digiuno si muterà… in gioia, allegrezza, e in giorni di festa” (Zaccaria 8,19)
Il digiuno non è solo abolizione di cibo o una maniera per mangiare meno. Il digiuno raggiunge l’essere, il corpo e l’anima di chi lo pratica. Diceva Lanza del Vasto: “Chi digiuna si fa trasparente. Gli altri gli divengono trasparenti”. Il mio intento è di portare semplicemente a conoscenza uno strumento originale, poco noto, quindi poco usato ai nostri giorni, che aiuta lo spirito umano a vedere meglio, a discernere tra l’utile e il futile, l’essenziale e l’accessorio. Spesso l’uomo ha smarrito la “bussola” della sua vita. Non sa più dove va, da dove viene, a cosa serve! Il digiuno prima parziale e poi totale, può aiutarci. Diventa una specie di ritiro adattato al mondo moderno, un esercizio spirituale benefico per il corpo e per lo spirito. Questa ascesi, che liberamente uno si impone, può dare una sete di spirituale, di Essenziale, un appetito di Dio… San Leone Magno affermava che “nulla è più sicuro per avvicinarci a Dio del digiuno”.
Digiunare è una grande, una meravigliosa avventura di tutto l’essere! Il digiuno dischiude porte segrete che si aprono su giardini interni insospettati. Apre – diceva Tertulliano – l’accesso a misteri che altrimenti rimarrebbero nascosti.
Abitualmente viviamo alla superficie del nostro essere, incalzati, pressati come siamo da molteplici impegni; ignorando, per la maggior parte del tempo, l’arte di vivere bene. Il digiuno, nei suoi effetti, va molto al di là del corpo. Spalanca porte nascoste che si affacciano su una dimensione più alta dell’essere umano, nella quale si sottrae alla condizione animale: quella dello spirito.
Durante il digiuno, non è raro avere delle intuizioni folgoranti, raggi abbaglianti di luce, che svelano misteri inaccessibili al normale quotidiano. Il corpo disintossicato, ripulito, purificato è molto più ricettivo dell’al di là. Lo spirito è maggiormente docile all’ascolto interiore. In questi momenti privilegiati, i credenti sono condotti nel profondo della loro fede; i non credenti sperimentano intuizioni singolari, alle quali, spesso, non si sottraggono, durante un digiuno, con la decisone manifestata nella vita quotidiana. La via che imbocca chi digiuna conduce sempre molto al di là dello scopo prefissato.
Il digiuno, usato da alcuni per guarire o migliorare il corpo, da altri per ricevere uno stimolo che incida nello spirito, può servire per avvicinare il divino. Totalmente spiritualizzato, Gandhi aveva un’alta stima del digiuno. Lo aveva sperimentato come strumento radicale di disintossicazione e di rigenerazione del corpo. Era convinto che il cibo alimenta l’essere umano non solo fisicamente, ma anche mentalmente e spiritualmente. Nella sua autobiografia rivela una delle componenti basilari della sua professione di fede: l’intimità don Dio è impossibile – dice – senza imporsi una limitazione nel cibo, nel pensiero, nelle parole. Per far questo occorre “l’abbandono senza riserva alla grazia”. Lo spirito è purificato dalla grazia e non dal digiuno in se stesso. Esso non fa che purificare il corpo per renderlo disponibile all’irruzione del divino in noi.
Hai mai fatto un digiuno? Se sì, con quale frequenza? Cosa ti ha convinto a iniziare un digiuno? Qual era il tuo obiettivo?
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