Intimità da coltivare. La casa per molti rimane il riferimento quotidiano dell’esistenza. Fondamentale è riuscire a viverla in ogni momento e situazione con la maggiore tranquillità possibile. Purtroppo molte sono oggi le donne che si sentono sempre più frustrate nel dover svolgere un’attività raramente riconosciuta importante, o che “vivono” la casa dopo il lavoro trascinandovi stanchezza, affanno e nervosismo. Nel primo caso il frustrante stato d’ansia sfoga spesso in un perfezionismo sempre più nevrotico, nel secondo genera un quotidiano stato d’allarme casalingo. Riconoscere che quel “disagio” costante è spesso autoinflitto, e che il male peggiore è quello dentro di noi, stimolerà il desiderio di intraprendere quel percorso inverso che porta a volersi bene: imparare ad amarsi è il primo passo per riuscire a risolvere gli altri problemi.
E’ stata la scrittrice Virginia Woolf a inventare l’espressione “una stanza tutta per sé”, per indicare il bisogno di trascorrere del tempo soli con se stessi, in un fruttuoso contatto con i propri pensieri. Basta anche una poltrona da sistemare in camera o in qualsiasi angolo della casa in cui vi sentiate più a vostro agio. Intimità da coltivare è chiudersi ogni tanto una porta alle spalle. Può essere necessario per tornare agli altri più disponibili e pazienti. Mezz’ora al giorno senza fare e senza imporsi qualcosa è una chiave di salute mentale che gradualmente vi farà entrare in contatto con i vostri veri bisogni.
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