Fin dall’infanzia, tutti sanno che, quando si mangiano dei cibi come: frutta, pesce, ostriche o lumache, si devono togliere noccioli, semi, lische, gusci o scorze. Quando si mangia del formaggio, automaticamente si toglie la crosta, convinti della necessità di dover eliminare dal cibo quelle parti che sono indigeste o nocive; oppure si inventano addirittura dei procedimenti come la raffinazione, la sterilizzazione, la pastorizzazione, ecc…
Togliendo, separando e scartando sempre la parte non commestibile del cibo, gli uomini hanno fatto un passo gigantesco rispetto agli animali. Esistono però anche altri campi in cui si deve pulire, lavare, eliminare e fare una scelta, separare l’utile dall’inutile, il buono dal cattivo, il puro dall’impuro… Tutta la vita è basata sul principio della separazione e della selezione, tutte le industrie, tutti i lavori. Tuttavia non si pensa mai che anche nella vita interiore non si dovrebbe mai smettere di separare, eliminare e di scegliere. Quindi, dal campo alimentare ai diamanti e alle pietre preziose, si devono fare sempre delle scelte. Quindi, come per il nutrimento, certi sentimenti possono essere “mangiati”, mentre altri devono essere scartati, poiché in essi si è introdotto qualcosa di impuro che va eliminato.
Naturalmente, nella scienza ufficiale non esiste un ramo in cui si studino dettagliatamente i sentimenti allo scopo di classificarli. Si mangia qualsiasi sentimento e ci si nutre della sua sostanza senza pensare alle conseguenze. La stessa cosa avviene per quanto riguarda i pensieri: non si fa alcuna differenza, non si stabilisce alcuna scala di valori.
La cosa che invece è rara, quasi introvabile, è la saggezza che consente di fare una scelta per conservare soltanto quesi desideri che non impediscono di evolvere.
Così come all’uomo è necessario scegliere bene il proprio cibo fisico per salvaguardare la propria salute, la propria bellezza e perfino la propria intelligenza, è necessario che scelga bene anche il cibo spirituale. Da ciò dipenderà tutto il suo avvenire. E’ la qualità degli elementi di cui si nutre che farà di lui un idiota, un criminale, oppure un essere straordinario.
Tratto da “L’uomo alla conquista del suo destino” di Omraam M. Aivanhov
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