Nel primo giorno dell’anno si celebra la Giornata Mondiale della Pace e per questa 54esima giornata Papa Francesco ha scelto come tema di questo messaggio: “La cultura della cura come percorso di pace”. Pertanto, riassumo brevemente il suo quanto mai attuale messaggio.
La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al mutuo rispetto e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace.
Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente.
Davanti alla pandemia del Covid-19, ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, perché “nessuno si salva da solo” e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione.
Ogni aspetto della vita, sociale, politica ed economica trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune, ossia dell’”insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più propriamente e più celermente” (Gaudium et spes, 26).
La Dottrina sociale della Chiesa offre a tutte le persone di buona volontà un prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, da cui attingere la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del Creato.
Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo ma impegniamoci ogni giorno concretamente per “formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri”.
Dobbiamo fermarci e chiederci: “Come convertire il nostro cuore e cambiare la nostra mentalità per cercare veramente la pace nella solidarietà e nella fraternità?”
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