Viviamo in un’epoca in cui la vita è interamente orientata al proprio interesse egoistico ed esclusivo. Siamo tutti fagocitati da ambizioni sempre più grandi, che portano spesso a pestare i piedi a chi ci circonda: troppe volte il motto principale di ognuno sembra essere Mors tua vita mea; si tende a giudicare le persone in base al loro successo professionale, senza tenere conto dei bisogni e dei sentimenti altrui. La conseguenza di un atteggiamento del genere è devastante per tutti: danneggia non solo chi lo subisce, ma anche chi lo mette in atto, proprio perché si trova a spendere tutte le energie nel nuocere agli altri, nella vana ricerca di un’approvazione che, in fondo, non sarà mai autentica né genuina.
Dovremmo tutti cambiare la nostra attitudine, cercando di essere meno concentrati in un mero profitto egoistico, e prestare orecchio alle necessità delle persone che compongono la società in cui ci troviamo. Bisogna allontanarsi dai propri interessi e curarsi del prossimo, per stare bene facendo del bene. Questa inclinazione positiva si può cercare e trovare nella cultura giapponese, in cui la gentilezza e la considerazione verso gli altri guidano la vita quotidiana di ogni cittadino; e proprio questo modo di concepire la vita è espresso dal termine omoiyari, che dovrebbe essere il principio fondamentale di ogni relazione umana. Il significato di questa affascinante parola si cela dietro a quel comportamento estremamente educato e riservato che spesso, da uno sguardo tutto occidentale, salta subito all’occhio nella popolazione nipponica.
Un atteggiamento omoiyari si manifesta sia nelle azioni più semplici – come cedere un posto a sedere oppure preoccuparsi di non infastidire gli altri durante un viaggio, o ancora avere riguardo per i propri vicini di casa nella quotidianità – sia nei gesti più importanti nei confronti di persone conosciute o sconosciute. Si tratta di gentilezza gratuita e intuitiva che mira soltanto a soddisfare il benessere di chi ci circonda, lontano da obiettivi egoistici. Se si vuole fare del bene, il primo passo è capire l’altro, cercare di mettersi nei suoi panni e aiutarlo a sopportare il dolore; spingere chi soffre a condividere le proprie pene, con tatto e delicatezza, cercando di non essere mai invadenti, vuol dire già dare un grande aiuto e di conseguenza fare del bene. Per questo migliorando l’attitudine delle proprie decisioni in un comportamento orientato agli altri si crea anche un benessere profondo e puro per se stessi: il vero bene sta solo ed esclusivamente nel bene che si fa per gli altri.