Louise Hay, donna saggia di spirito che ha ispirato milioni di persone nonché autrice di numerosi best seller, ha sottolineato a più riprese l’importanza di imparare ad amare se stessi come prerequisito per attrarre gioia, benessere, prosperità, esperienze ricche di significato e così via.
Per mettere in pratica la cura di sé devi imparare a provare amore per te stesso/a senza condizioni, devi accettare le imperfezioni e accogliere i punti deboli.
Da una prospettiva spirituale, si tratta di riconoscere che Tu sei un’anima all’interno di un corpo fisico, e che sei qui allo scopo di imparare ad essere più di quel che sei. Quando inizierai a vederti e a trattarti con il rispetto che meriti, sperimenterai una sensazione di pace che deriva dal fatto di essere presente a te stesso/a.
Il motivo per il quale risulta tanto arduo guardarsi intensamente negli occhi è che questo gesto costringe l’ego a farsi da parte, mentre per un momento facciamo esperienza della nostra vera natura: quella di creature spirituali che abitano un guscio fisico.
Dopo aver sentito Louise parlare con tanta serietà del lavoro allo specchio, e aver visto cosa era riuscita a fare della propria vita, sono stata ispirata a prenderlo anche io altrettanto sul serio. Così, per trenta giorni ho deciso di attenermi alle sue disposizioni: volevo vedere cosa sarebbe successo se le avessi messe in pratica con costanza.
Ogni volta che incappavo in uno specchio, mi guardavo dritta negli occhi e dicevo: “Ti amo, Maria”. Che mi stessi lavando il viso, o che stessi provando vestiti in un camerino, o che mi vedessi riflessa nello schermo del computer, provai a oltrepassare i tipici pensieri di critica e a raggiungere l’essenza della mia natura. Arrivata al terzo giorno, cominciò a succedere qualcosa di interessante…
Anche se l’idea di metterti a fare l’esercizio dello specchio può sembrarti sciocca, ti chiedo di provarci lo stesso. Per ognuno dei trenta giorni a venire, impegnati a stare di fronte allo specchio, in piedi o seduto, e a guardarti dritto negli occhi ripetendo ad alta voce: “Ti amo, [inserisci il tuo nome di battesimo].”
Ripetilo comunque, senza curarti di quanto possa suonare strambo o idiota. Ripetilo finché non cominci a percepirti, a livello spirituale, come una presenza più profonda, più vasta e più espansiva di quanto non sia la tua identità fisica. Cerca di visualizzarla come qualcosa che va aldilà della personalità che definisci “te stesso”, e che si connette con la tua anima a un livello più profondo.
Si tratta di una percezione che necessita di tempo prima di essere sperimentata, quindi non preoccuparti se in principio ti sembra difficile. Avrai tutto un mese per fare pratica, non c’è motivo di correre. Per il momento, devi solo affacciarti a questo nuovo livello di connessione e intimità con te stesso cercando di sentirti a tuo agio.
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