Cap. II
La gola: una malattia dell’anima
“Ciò ha lo scopo si separare l’impuro dal puro, gli animali che si possono mangiare da quelli che non è lecito mangiare” (Lv 11,47)
Molti hanno certamente sentito parlare dei “sette vizi capitali”, se non altro perché sono ormai entrati nel linguaggio comune. Alcuni forse richiameranno alla memoria la Divina Commedia del sommo poeta Dante, dove la distribuzione dei peccatori nel Purgatorio e nell’Inferno (qui i golosi sono una poltiglia sfatta, ricoperti da un fango scuro, che continua, continua a cadere sulla marmaglia stracca e già Cerbero “…si racqueta poi che l’ pasto morde”) è basata, appunto, sui sette vizi. Ma, se escludiamo tale conoscenza puramente culturale, che cosa sappiamo di quest’argomento? Ci è chiaro che cosa significhi “vizio”? E il cristiano di oggi sa quale si il “lavoro” concreto da intraprendere per liberarsi da queste sette malattie dell’anima?
I sette vizi capitali, in realtà, sono chiaramente espressi nella Bibbia (quante volte sia l’Antico che il Nuovo Testamento mettono in guardia dai mali della lussuria o dell’invidia o della superbia …!); tuttavia bisogna attendere il IV secolo d.C. perché si cominci a parlare di un ben preciso gruppo di vizi, distinti eppure interconnessi.
Prima di procedere all’analisi del vizio della gola, che è quello che qui merita la nostra particolare attenzione, passerò brevemente in rassegna alcuni concetti generali introduttivi oltre che analizzare alcuni testi biblici.
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